AZGUNPEDIA F (F.A.C. - FN) |
L'AZGunPedia è l'enciclopedia delle armi da fuoco e ad aria compressa. Alla lettera F troviamo la FN, la "Fabriqe Nationale" Belga, produttrice della Browning Hi power, ma anche il Field Target. Nella definizione "fattori di conversione", troverete una comoda tabella di conversione. |
F.A.C. |
E' l'acronimo di "fire arms certificate", l'equivalente del nostro "Porto d'armi". Se si trova questa sigla nelle descrizione di vendita nei siti esteri significa che l'arma è acquistabile solo da chi è in possesso di idoneo titolo. |
FAL |
Si tratta di una tipologia di armi automatiche, nate negli anni ’50, che associano le caratteristiche dei moderni fucili d’assalto, con quelle del fucile semiautomatico tradizionale. La sigla è l’acronimo appunto di “Fucile Automatico Leggero”. Di solito queste armi sparano cartucce potenti, in genere il 7,62 Nato, e hanno una grande gittata. Sono spesso equipaggiate con accessori e strumenti, quali bipedi e ottiche, che generalmente non sono disponibili per i più piccoli e compatti fucili d’assalto. |

Un FN FAL in calibro 7,62x51mm NATO.
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Un FAL americano prodotto dalla Springfield Armory
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FALLING BLOCK |
Sistema di chiusura per arma lunga, chiamato in italiano “a blocco oscillante”. Su questo tipo di fucili, la chiusura e l’apertura dell’otturatore sono ottenute dall’azionamento della leva guardamano. Spostando la leva in avanti, l’otturatore, che è incernierato a questa nella parte posteriore, abbassa la sua parte anteriore, consentendo di camerare una nuova cartuccia. Riportandolo indietro, l’otturatore si richiude, bloccandosi, in modo che il fucile possa fare fuoco. |

Un sistema di otturazione a blocco oscillante (falling block)
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FAST DRAWN |
Estrazione veloce della pistola dalla fondina, accompagnata dal successivo sparo rapido istintivo, senza cioè prendere la mira. La tecnica è stata inventata dai pistoleri del West americano, che portavano appunto i loro revolver in fondine legate basse sulla gamba, proprio per estrarli più rapidamente. |
FATTORE DI FORMA |
Il fattore di forma è un numero che misura l’aerodinamica di un proiettile. Più basso è il fattore di forma, e migliore è la penetrazione che ha il proiettile nell’aria, e quindi maggiore è la velocità residua del proiettile e più tesa è la traiettoria. Non è detto che un basso fattore di forma sia indice di precisione, tanto è vero che spesso, i proiettili utilizzati per il tiro a segno hanno un fattore di forma molto alto. Il proiettile che ha il migliore fattore di forma, è quello che ha un bassissimo angolo di ogiva, ovvero un proiettile molto appuntito e con la base rastremata, per limitare anche le perturbazioni di aria in coda. Il fattore di forma varia molto al variare della velocità, quindi ha senso applicarlo solo per brevi tratte delle traiettoria del proiettile. In realtà si è convenuto utilizzare un unico fattore di forma considerato come il più rappresentativo per il proiettile in esame. |
FATTORI DI CONVERSIONE |
E’ piuttosto comune, in riferimento ad armi e munizioni, imbattersi in valori espressi in unità di misura anglosassoni, all’uso delle quali noi siamo decisamente poco pratici. Molto utile quindi, è l’uso di “fattori di conversione” che permettono la rapida conversione delle unità di misura anglosassoni in quelle metrico-decimali, che, al contrario ci risultano un po’ più digeribili. Solitamente questi fattori di conversione sono riportati in opportune tabelle.
Ecco una lista dei principali:
1 in (pollice) = 2,54 cm (centimetro) = 25,4 mm (millimetro)
1 ft (piede) = 0,3048 m (metro) = 30,4 cm
1 yd (yarda) = 0,91 m = 91 cm
1 m = 39,37 in = 3,2808 ft = 1,0936 yd
1 gr (grano) = 0,064799 g (grammo) = 0,00014286 lb (libbra)
1 dr (drama) = 1,771 g
1 oz (oncia) = 28,349 g
1 lb (libbra) = 16 oz = 453,59 g
1 psi (libbra per pollice quadrato) = 0,068 atm (atmosfera)
1 ft.lb (piede per libbra) = 0,138 Kgm (chilogrammetro)
1 Kgm = 7,24 ft.lb = 9,81 J (joule)
1 J = 0,73756 ft.lb
1 ft.lb = 1,3558 J
1 f.p.s. (piede al secondo) = 0,304 m/s (metro al secondo)
1 m/s = 3,2808 f.p.s.
Una formula comoda per calcolare l'energia di un proiettile espressa in Joule che tiene conto dei fattori di conversione:
E = P V² / 332225
Dove P è il peso del proiettile misurato in grani, e V la velocità del proiettile misurata in piedi al secondo. |
FIAT |
La fabbrica di automobili italiana, con sede a Torino, si occupò anche della costruzione di armi. Nel 1914 produsse la nota mitragliatrice Fiat-Revelli in calibro 6,5 mm raffreddata ad acqua, con caricatori da 50 cartucce. Un ramo d’azienda, la società SAFAT, Società Anonima Armamenti Fiat Torino, si occupò di produrre armi fino alla fine degli anni ’20, quando venne ceduta alla Breda. Nel 1935 la Fiat ritornò al settore degli armamenti con la mitragliatrice Fiat-Revelli in calibro 8mm. |

La mitragliatrice Fiat-Revelli M14.
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Fiat-Revelli M-35
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FIELD TARGET |
Il “field target” è una giovane disciplina sportiva, nella quale si simula una battuta di caccia ai “nocivi”, utilizzando armi ad aria compressa. Con il termine di “nocivi” si intendono quei piccoli animali, ratti, nutrie, piccioni o conigli selvatici, la cui popolazione può improvvisamente aumentare, a causa della loro elevata velocità di riproduzione, e rappresentare così un pericolo per l’equilibrio dell’ecosistema in cui vivono. Il field target nasce in Inghilterra, paese in cui è consentita la pratica della caccia ai nocivi utilizzando armi ad aria compressa con energia inferiore ai 16 joule, che in quel paese non necessitano di porto d’armi. Gli appassionati di tale pratica hanno iniziato a gareggiare tra loro, utilizzando delle sagome che riproducono gli animali, rendendo così tale disciplina incruenta, e come tale, esportabile anche in paesi in cui non è, giustamente, permessa la caccia con armi ad aria compressa, tra i quali, ovviamente, l’Italia (nota: un animale di quella taglia colpito da un diabolo non muore immediatamente, ma, dopo parecchio tempo, anche giorni, durante i quali soffre notevolmente, quindi non sparate a nessun animale; una sagoma da field target costa circa 20 €, sparate a quella). Inizialmente le sagome erano cartacee, con una zona colorata, detta “kill zone”, che andava colpita per segnare il punto. Oggi si usano sagome metalliche, generalmente di colore nero, che resistono ai colpi dei piccoli proiettili lanciati dalla carabine ad aria compressa, e che per essere abbattute devono necessariamente essere colpite nella “kill zone”, una piccola zona tonda, di diametro non superiore ai 4 centimetri, generalmente colorata di rosso o giallo. Visto che in Italia la legge prevede che le armi ad aria compressa di libera vendita non debbano erogare un’energia superiore ai 7,5 Joule, il regolamento del field target in uso nel nostro paese ricalca quello adottato in Germania, paese nel quale le leggi sulle armi di libera vendita sono molto simili alle nostre, piuttosto che ispirarsi all’originale regolamento inglese. In ogni caso è possibile praticare il field target anche con armi a piena potenza; in questo caso le distanze di ingaggio dei bersagli sono maggiori. Generalmente si parla di distanze comprese tra i 7 e 25 metri per le categorie “depotenziate” e, tra i 7 e 50 metri per le “full”. Attualmente la categoria “full” è libera a tutte le armi ad aria compressa considerate “comuni”, ma, la maggior parte delle federazioni italiane, consiglia, ai partecipanti della categoria “full” di utilizzare armi con energia inferiore ai 16,3 joule, per uniformarsi ai regolamenti internazionali. La difficoltà maggiore nella pratica di questo sport è quella di valutare con precisione la distanza del bersaglio, in quanto non sono ammessi dispositivi laser o telemetrici. Tale valutazione può avvenire esclusivamente grazie alla messa a fuoco dell’ottica, agendo sul correttore di parallasse. Per questo motivo, sempre più spesso, si vedono concorrenti che montano ottiche dotate di comando per la regolazione del parallasse maggiorato, sotto forma di una enorme ruota che sostituisce la manopola originale della terza torretta. Il field target è una disciplina giovane che sta prendendo piede tra gli appassionati di aria compressa, soprattutto grazie ad un costo di gestione, dell’arma e dell’organizzazione degli eventi veramente ridotto. |

Un tipico bersaglio da Field Target. Nelle gare non si usano le sagome cartacee, ma, bersagli metallici, che si abbattono solo se colpiti all'interno della “kill zone”, ovvero quel cerchio arancione posizionato al centro della figura.
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Una sagoma metallica abbattibile. La figura si abbatte all'indietro solo quando si colpisce il disco giallo. Per regolamento meccanismo deve assicurare il funzionamento quando è colpito da un proiettile avente energia cinetica di almeno 1 Joule; in realtà la kill zone è molto più sensibile. La cordicella serve per rialzare il bersaglio a distanza, operazione che può essere eseguita anche dallo stesso tiratore, durante gli allenamenti. I quattro picchetti servono per fissare le due staffe che formano la base al terreno.
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FILATURA |
Nelle armi leggere viene definito così un difetto nello scatto, che consiste nel percepire un leggero strisciamento o grattata prima della sgancio, che al contrario dovrebbe essere netto. Questo difetto è molto fastidioso nelle armi destinate al tiro di precisione, mentre è del tutto trascurabile nelle armi da guerra o da difesa. |
FILLER |
E' il serbatoio che contiene l'aria ad alta pressione della ara PCP. |
FINESTRA |
E’ l’apertura dalla quale vengono espulsi i bossoli sparati. E' possibile espellere anche pallottole ancora integre, nel caso si voglia scaricare la camera di cartuccia dell’arma carica. Di solito viene ricavata sul carrello delle pistole automatiche, o sulla bascula dei fucili. In alcuni tipi di armi, a serbatoio interno, la finestra serve anche per caricare i proiettili. |

Una Walther PPK a carrello aperto. Notate la finestra da cui vengono espulsi i bossoli, e la presenza di estrattore e espulsore, all’interno della stessa
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FIRING PIN |
Percussore (vedi). |
FN |
La FN è una fabbrica di armi belga, attiva tuttora, e diventata famosa soprattutto per essere stata la prima in Europa a commercializzare pistole e fucili nate dai brevetti del geniale inventore John Moses Browning (vedi). L’acronimo FN sta per Fabriqe Nationale d’Armes de Guerre, ed è stata fondata nel 1889 a Herstal, vicino a Liegi. Già nel 1900, la FN mise in produzione una prima pistola automatica progettata da Browning, ma, la fama assoluta arrivò nel 1903, quando la fabbrica di Herstal sfornò un fucile semiautomatico a canna liscia da caccia funzionante con il sistema del lungo rinculo, e la pistola automatica a massa labile modello 1903. Nel 1935, sempre sfruttando le idee di Browning, la FN produsse la famosissima pistola GP 35 in calibro 9mm parabellum, che diventò la pistola militare adottata dal maggior numero di paesi al mondo. Ancora oggi la FN è una della più quotate ed apprezzate fabbriche di armi del mondo. |

La pistola FN modello 57 in calibro 5,7x38, che fa largo uso di materiali plastici. In questo caso la pistola è stata prodotta negli USA e non nella fabbrica Belga di Herstal.
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Una delle ultime produzioni della FN Herstal; il fucile d’assalto F2000, un “bull-pup” che fa massiccio uso di materiali sintetici.
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Una FN modello GP 40, in calibro 40 S&W. Si riconosce dalla GP 35, di cui è una evoluzione, dalla scanalatura ricavata sul carrello, dove scorre il perno maggiorato della leva dell’hold-open.
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Il fucile mitragliatore FN Minimi.
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Il fucile d’assalto P90, dal design futuristico. Notate il caricatore trasparente posizionato nella parte superiore dell’arma.
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